LA NOSTRA STORIA

L’idea di istituire un Parco Naturale nel settore occidentale della Regione Friuli Venezia Giulia è nata già nel 1973 con l’elaborazione del documento “Prime proposte per l’istituzione di un Parco in Alta Valcellina”. Cinque anni più tardi venne redatto il Piano Urbanistico Regionale che individuò le aree regionali da destinarsi a protezione e fu incluso anche questo ambito territoriale.

Nel triennio 1986/1989 venne stilato il Piano di Conservazione e Sviluppo su incarico della Regione e di concerto con i Comuni interessati. L’anno seguente i Comuni di Andreis, Cimolais, Claut, Erto e Casso e Forni di Sopra adottarono il Piano e il Parco fu istituito con il nome di “Parco delle Prealpi Carniche”; successivamente, nel 1991, con l’adesione anche del Comune di Forni di Sotto venne sottoscritta una convenzione con la quale si creò un “Comitato di Coordinamento” che si occupò dell’avvio gestionale dell’area protetta. L’iniziativa di istituire l’area protetta fu quindi, all’inizio, avviata dagli Enti Locali interessati.

 

Nel 1996 infine, la Regione Friuli Venezia Giulia promulga la Legge Regionale n. 42 del 30 settembre che, in adeguamento alla normativa nazionale (L. 394/1991), istituisce definitivamente il “Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane”.

Il Parco ha come obiettivo generale la conservazione delle peculiarità del territorio migliorando l’ambiente naturale e le sue risorse, ma anche quello di perseguire uno sviluppo compatibile proponendo anche modelli alternativi, promovendo la cultura naturalistica tramite l’attività educativa ed informativa e istituendo attività di ricerca e monitoraggio sulle componenti del territorio.

Il territorio del Parco naturale delle Dolomiti Friulane interessa ambienti dove non troviamo abitati, anche se la presenza dell’uomo e del suo lavoro ha lasciato delle tracce significative. Dislocate in varie zone del Parco possiamo trovare numerose costruzioni (Fornaci) per la lavorazione della calce.

Interventi di recupero e conservazione delle tradizioni sono uno degli obiettivi del Parco per questo in più di un’occasione ha contribuito a sostenere iniziative e realizzare progetti come quello della carbonaia, antico procedimento per la trasformazione di legno in carbone. Inoltre su tutto il territorio possiamo trovare malghe, ruderi di ricoveri per pastori, casere, mulattiere, sentieri e numerosi altri segni della presenza dell’uomo creando inserimenti nel totale rispetto degli equilibri ambientali e naturalistici.

Il Parco naturale delle Dolomiti Friulane ha anche il compito di valorizzare e conservare questi segni storici che fanno parte del prezioso patrimonio etnografico-naturalistico. L’etica ambientale e il rispetto della natura erano valori molto più radicati nei nostri avi che vivevano in simbiosi con l’ambiente cercando di rispettarlo il più possibile, anche perché era la principale fonte di sostentamento, dal quale traevano le materie prime per i loro lavori.

Infatti i nostri “vecchi” vivevano principalmente di lavori legati alla terra: agricoltura, allevamento, caccia; erano boscaioli, pastori, malgari, carbonai e artigiani. Per valorizzare questi antichi mestieri sono nati anche alcuni musei etnografici: il Museo Casa Clautana, ospitato all’interno del Centro visite di Claut, e il Museo Etnografico Arte e Civiltà Contadina di Andreis, l’Ecomuseo Vajont – Continuità di VitaDa Li Mans Di Carlin, il Museo Etnografico Fornese.

Il Centro visite del Parco di Poffabro, inserito tra l’incantevole paesaggio di uno dei Borghi più belli d’Italia, ospita una mostra tematica “l’Arte Casearia e l’Alpeggio nel territorio del Parco” realizzata nella ex-latteria del paese, diventata oggi Centro visite e punto informazioni del Parco.