Forra del Torrente Cellina

Forra del Torrente Cellina

Il tratto di Valcellina indicato, rientrante nella omonima Riserva Naturale regionale, si presenta come una forra, la maggiore del Friuli Venezia Giulia e senz’altro una delle più spettacolari d’Italia con pareti verticali e imponenti fenomeni d’erosione fluviale. Con i corsi tributari Molassa e Alba forma un articolato sistema di canyon. Quale splendido esempio di forra fluviale è proposto anche nell’“Atlante dei tipi geografici”.

• Ubicazione: Torrente Cellina, Barcis e Montereale Valcellina (Pordenone).

• Grado d’interesse: nazionale.

• Interesse scientifico: geomorfologia, geologia stratigrafica, idrogeologia, carsismo.

• Accessibilità: l’accesso alla forra, a piedi o in bicicletta lungo la vecchia strada Barcis-Montereale, è regolamentato.

DESCRIZIONE 

(a cura di Santo Gerdol)

Il torrente Cellina nel tratto a valle della conca di Barcis assume le caratteristiche di una profonda forra incisa tra il Monte Fara ad Est ed il Montelonga ad Ovest. Fino alla località Siviledo, poco a valle del limite meridionale della Riserva, ha uno sviluppo di circa 4 km.

Le quote in alveo si aggirano tra i 355 e i 315 m, mentre i versanti precipitano con dislivelli che talora superano i 500 metri. Le pendenze medie sono di 45-50° e frequenti sono le pareti verticali, alte parecchie decine di metri. La profonda incisione solca l’anticlinale del Monte Fara interessando i Calcari del Cellina (Giurassico superiore – Cretacico inferiore) e i Calcari di Monte Cavallo (Cretacico superiore). I litotipi delle due formazioni presentano un comportamento omogeneo rispetto all’azione erosiva delle acque.

L’incisione si è sviluppata lungo linee di minor resistenza: fratture e faglie, quasi sempre verticali, hanno condizionato i fenomeni erosivi negli ammassi rocciosi e quindi lo sviluppo del reticolo idrografico, determinando alcune marcate variazioni di direzione nell’asse vallivo.

Lungo le pareti e nell’alveo della forra si riscontrano evidenze morfologiche, spesso eclatanti, dell’azione erosiva delle acque. Va rilevata la notevole profondità della valle rispetto alla sua larghezza e la specificità dell’orientazione dell’asse vallivo con la successione di tratti rettilinei a direzione differente. Soprattutto al di sotto della strada, ma talvolta anche a quote superiori, si osservano marmitte d’erosione, sottoescavazioni, massi e piani di frattura levigati.

I fenomeni gravitativi risultano aver un’incidenza non trascurabile nella configurazione della forra. Crolli e distacchi parietali, assieme a mobilizzazioni di materiale detritico lungo i ripidi canaloni trasversali, sono fenomeni legati alla naturale evoluzione dei ripidi versanti. Parte dei volumi rocciosi franati in alveo, in occasione delle piene viene preso in carico dal torrente aumentandone la capacità erosiva.

• Bibliografia essenziale:

  • AA.VV., Italia Atlante dei tipi geografici. Firenze, 2004.
  • AA.VV., Riserva naturale forra del Cellina. CD-ROM a cura della Cooperativa STAF Barcis, Parco Naturale Dolomiti Friulane, 2008.
  • Cossutta A., Mian E., Toniello V., Riva A. Carpené B., Stoch F. & Governatori G., Riserva naturale forra del Cellina. Parco Naturale Dolomiti Friulane, 2007.